Se in modo metaforico vogliamo considerare il nostro cervello come una macchina, il neurologo e lo psichiatra curano il danno organico della macchina (il cervello) prevalentemente con il farmaco. Sempre metaforicamente, lo psicologo, lo psicoterapeuta e l'analista si interessano del benessere e del disagio del guidatore di questa macchina e cercano di dare un senso al disagio della persona. Per guidatore si intendono le emozioni dovute all'esperienza assimilata che condizionano il nostro vissuto e comportamento.

Le emozioni hanno conseguenze sulla chimica del corpo, determinando effetti psicosomatici o somatopsichici e di conseguenza causano un benessere o un malessere. 

Si può ritrovare sé stessi, in qualsiasi momento della propria vita. Non basta solo volerlo, ma volerlo nel modo giusto. Sono indispensabili perseveranza, ostinazione e volontà di capire anche se la realtà a volte è scomoda. La comprensione dell'esperienza passata non deve essere usata come alibi e come difesa per non maturare. Alcuni pensano che il terapeuta sia una persona che risolverà i conflitti del paziente o del cliente senza che questi debba fare alcuno sforzo.   Il professionista non deve fare ciò che spetta al paziente (impegno, volontà di superare la resistenza al cambiamento), soprattutto in psicologia. La durata della Psicoterapia, dipende dal tipo di problema e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. 



Dott. Renato Montemurro

Resistenza alla psicoterapia

Il desiderio di cambiare è ben diverso dal pretendere che qualcuno ci risolva i problemi. L'analista aiuta a comprendere le emozioni e i disagi, il paziente deve mettere in pratica il risultato della seduta.

Con resistenza al cambiamento si fa di solito riferimento a tutte quelle risposte di “non accettazione”, consapevoli o meno, date dal paziente agli interventi proposti dal terapeuta. Tali risposte, verbali e non verbali, tendono in qualche modo a contrastare il lavoro con lo psicoterapeuta e a mantenere inalterato il problema lamentato.